Un’occasione di teatro civile per conoscere e ricordare il volto oscuro della Liberazione in Ciociaria.
Le marocchinate, spettacolo teatrale scritto a quattro mani da Simone Cristicchi e Ariele Vincenti (unico attore sul palco), per la regia di Nicola Pistoia, sarà di nuovo in scena il prossimo 6 maggio al Teatro Comunale di Traiano, a Civitavecchia.
L’importanza di rammemorare
L’evento merita di essere segnalato, perché pone al centro della scena – e dell’attenzione – un episodio della nostra storia recente, che tuttavia ancora oggi è piuttosto trascurato. Invero, gli eventi che fanno da ambientazione al monologo riguardano le violenze subite nel 1944 da migliaia di donne – e anche da alcuni uomini, nonché bambini – da parte delle truppe alleate, e, in particolare, dagli squadroni coloniali provenienti dal Marocco, aggregati ai francesi, che erano in quei giorni in viaggio verso Roma.
I resoconti più terribili ci giungono dal basso Lazio, e specialmente dalla Ciociaria, tanto che la protagonista del celebre film di De Sica – uno dei pochi casi di denuncia sociale che tematizzano precisamente questi soprusi – impersonata da una giovane Sophia Loren, abita proprio in quella zona, ed è lì che sta facendo ritorno, quando, assieme alla figlia, rimangono vittime di un agguato brutale e meschino.
Originalità del monologo
Lo spettacolo, invece, si differenzia dal film, per una scelta a monte: sulla scena vi è un uomo. Lungi dal rimanere passivi di fronte ai pregiudizi di allora, pare interessante stare a sentire il racconto di un pastore, marito di una delle “marocchinate”, così venivano chiamate le donne che sopravvivevano alle violenze sessuali, e che sovente venivano emarginate e accusate dalla loro stessa comunità e perfino dalla famiglia.
La messinscena sembra quindi come una porta d’accesso, verso un’opportunità per farci riflettere, ancora oggi; noi così apparentemente distanti, da quel ’44, divisi dalle impressionanti rivoluzioni tecnologiche che sono intervenute a cambiare il mondo. Eppure non tutto è cambiato, forse; parte di quella mentalità maschilista si riverbera finanche nelle nostre società avanzate.
Unica nota a sfavore: la scarsa diffusione su scala nazionale della performance. Perché?
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